Infermiere di Famiglia e di Comunità
July 19, 2021 08:24
Iniziamo con questo post una nuova rubrica che ci porterà, di mese in mese, a conoscere un po’ alla volta gli Infermieri nelle loro specialità. Il corso di Laurea triennale in Scienze Infermieristiche, al momento, ha il compito di formare professionisti in grado di svolgere la loro professione nei diversi reparti ospedalieri o nelle differenti strutture presenti sul territorio. Una volta definito questo punto di partenza, c’è da dire che gli ambiti lavorativi sono talmente diversificati da portare l’infermiere a specializzarsi durante la sua carriera.
Basti provare a vedere le numerose Associazioni che riuniscono al loro interno Infermieri delle diverse specialità, per esempio quelli che da anni lavorano in pediatria o in medicina d’urgenza, nella salute mentale o in area oncologica, per fare solo alcuni esempi.
Visto il ruolo cruciale emerso durante la pandemia da COVID-19, oltre alla carenza e alla disomogenità sul territorio italiano, iniziamo con l’Infermiere di Famiglia e di Comunità.
Nella legge 77/2020 così leggiamo:
- recente DL n. 34/2020, art. 1 c. 5, convertito in L. 17 luglio 2020, n.77, dispone l'introduzione dell'infermiere di famiglia o di comunità, (d’ora in poi IF/C) al fine di rafforzare i servizi infermieristici, per potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati da SARS-CoV-2 identificati come affetti da COVID-19, anche coadiuvando le Unità speciali di continuità assistenziale e i servizi offerti dalle cure primarie, in relazione ai modelli organizzativi regionali.
Il Patto per la salute 2019-2021 stabilisce inoltre che, al fine di promuovere una maggiore omogeneità e accessibilità dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria, garantendo l'integrazione con i servizi socio-assistenziali, vengano definite linee di indirizzo per l'adozione di parametri di riferimento, anche considerando le diverse esperienze regionali in corso, favorendo l'integrazione con tutte le figure professionali, compresa l'assistenza infermieristica di famiglia/comunità, per garantire la completa presa in carico integrata delle persone.”
Per acquisire le competenze necessarie per diventare IF/C il percorso formativo specifico post-laurea comprende: laurea Magistrale, Dottorato, Master di I e II Livello.
Nel “Position Statement l’Infermiere di Famiglia e di Comunità revisione luglio 2020” redatto dalla FNOPI si trovano le caratteristiche definenti:
“L’Infermiere di Famiglia e di Comunità è il professionista responsabile dei processi infermieristici in ambito famigliare e di comunità, in possesso di conoscenze e competenze specialistiche nell’area infermieristica delle cure primarie e sanità pubblica. Agisce le competenze nella erogazione di cure infermieristiche complesse, nella promozione della salute, nella prevenzione e nella gestione partecipativa dei processi di salute individuali, familiari e della comunità, operando all’interno del sistema dell’Assistenza Sanitaria Primaria.
L’Infermiere di Famiglia e Comunità ha come obiettivo la salute e opera rispondendo ai bisogni di salute della popolazione adulta e pediatrica di uno specifico ambito territoriale e comunitario di riferimento e favorendo l’integrazione sanitaria e sociale dei servizi. Agisce in autonomia professionale, afferendo ai servizi infermieristici del Distretto di riferimento, in stretto raccordo con i servizi sanitari e sociali e con gli altri professionisti del Servizio Sanitario Nazionale.
L’infermiere di Famiglia e Comunità può operare in modelli assistenziali di cure primarie molto diversi per le diverse caratteristiche del contesto territoriale. Infatti, zone urbane ad elevata intensità, periferie cittadine, paesi isolati, zone montane richiedono soluzioni organizzative e di intervento specifiche.”
Interessante diventa anche comprendere cosa non è un IF/C.
La FNOPI spiega che non è l'infermiere di studio del medico; non è l'infermiere che garantisce solo prestazioni (siano esse in AID e ADI), ma collabora con tutti e può erogare prestazioni correlate alle sue specifiche competenze clinico assistenziali.
Al contrario di altre professioni sanitarie, l'infermiere di famiglia e comunità (e in generale l'infermiere) non è una figura tecnica perché il suo intervento non si esaurisce con la prestazione erogata a fronte di una bisogno, ma agisce in modo preventivo, proattivo e partecipativo rispetto al paziente e anche alla sua famiglia perché questi siano in grado di comprendere la loro situazione e di affrontarla secondo i parametri necessari all'assistenza e alla tutela della salute, ma anche da punto di vista sociale e di integrazione per una qualità di vita migliore.
E non va confuso nemmeno con l'infermiere ADI, svolge infatti una funzione integrata e aggiuntiva, anche se può erogare direttamente cure infermieristiche complesse.
In questo post abbiamo messo la lente d’ingrandimento su quelle che sono le definizioni per comprendere tutte le possibilità d’intervento dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità, prossimamente capiremo al meglio nel concreto, come questa figura professionale agisca nelle Comunità, dando anche la parola ai colleghi dell’OPI di Udine che già lavorano in questo ambito.
Fonti: