Infermieri che si licenziano e infermieri che arrivano dall’estero. Qualcuno si deciderà ad affr

February 13, 2022 19:05

Stiamo assistendo al lento e continuo decremento del numero di infermieri in Italia e da qualche tempo il fenomeno o sta colpendo anche la nostra Regione.

Se avevano dato scalpore le notizie a mezzo stampa locale delle dimissioni di infermieri dalle aree del pronto Soccorso dell’ospedale udinese, la stessa sorte la stanno subendo altre aree della sanità regionale e dell’ASUFC. Infatti anche il Pronto Soccorso di San Daniele, l’Ospedale di Latisana ed anche quello di Palmanova non risultano esenti dal medesimo destino.

I dati del Ministero della Salute che pubblicando il rapporto “Il personale del SSN, anno 2019”, che registra l’indagine biennale con la quale delinea il quadro generale del personale che opera nel Servizio Sanitario Nazionale, non solo rispetto all’ammontare complessivo, ma anche rispetto alle caratteristiche di tipo demografico ed alle peculiarità territoriali che lo contraddistinguono, raccontano una fotografia interessante.

In particolare, i dati 2019 sono raffrontati con quelli del 2017 e, per quanto di maggiore interesse, emerge che in termini generali il personale dipendente del SSN è aumentato dello 0,3% (circa 3000 unità) per un totale di 846.623 (esclusa la medicina convenzionata e le farmacie), soprattutto nel privato equiparato al pubblico, nelle Case di cura private convenzionate e non.

  • Dipendenti pubblici sono diminuiti dello 0,4% (2878):
    • Infermieri – 10,1% (1635);
  • Personale universitario è diminuito del 7,6% (982);
  • Personale nel privato equiparato al pubblico è aumentato dell’1,7% (1037);
  • Personale nelle Case di Cura private convenzionate è aumentato del 4,5% (3991);
  • Personale nelle Case di Cura private non convenzionate è aumentato del 2,3% (1799).

Ricordiamo che la rilevazione, effettuata con dati del 2019, non tiene chiaramente conto del periodo pandemico, che ha visto molte assunzioni – seppur a tempo parziale – da parte del pubblico.

Ma forse proprio il problema della Pandemia da Covid-19 ha evidenziato tutte le criticità di un sistema che ormai è posto all’angolo e non può far altro che difendersi dai colpi ai fianchi che raggiungono diretti le organizzazioni ospedaliere e territoriali.

In un recente interessante articolo dell’amico Tonino Aceti Presidente dell’associazione Salutequità, https://www.sanitainformazione.it/lavoro/investire-su-personale-sanitario-o-fondi-pnrr-saranno-inutili-lallarme-di-aceti-salutequita/

«Investire su personale sanitario o fondi PNRR saranno inutili»

Se non si interviene con politiche mirate dedicate al personale sanitario, i vuoti di organico che già oggi, nonostante gli innesti operati durante il Covid, caratterizzano molte professioni sanitarie, rischiano di aumentare drammaticamente. È l’allarme lanciato da Salutequità, associazione che si dedica all’analisi dell’andamento e dell’attuazione delle politiche sanitarie e sociali.

www.sanitainformazione.it

si esprime molto chiaramente il nocciolo del problema.

E’arrivato il tempo in cui si deve necessariamente investire sulla professione Infermieristica altrimenti saranno vani tutti i tentativi attraverso il PNRR di raddrizzare una barca che rischia paurosamente la deriva.

Ed in soccorso alle criticità regionali, potrebbero arrivare colleghi stranieri. Altre Regioni d’Italia si sono già mosse in tal senso. I risultati non sono stati poi così splendidi. Come già evidenziato dal Comunicato Stampa degli OPI FVG pubblicato sulla nostra pagina FB dal titolo: Sanità: Il FVG CONSENTE L'ASSUNZIONE DI PROFESSIONISTI CON TITOLI NON RICONOSCIUTI DAI PERCORSI ORDINISTICI, i dubbi emersi sono già stati posti all’attenzione del Vice Governatore alla salute FVG dr. R. Riccardi.

L’incontro si è svolto lunedì scorso. Abbiamo tratto importanti considerazioni sul tema ed abbiamo inoltre sottoposto alcuni aspetti di criticità che questo meccanismo potrebbe determinare sia a livello operativo che giuridico. Infatti mancando la totale verifica prevista in capo agli Ordini professionali su temi importanti come il livello linguistico, le competenze professionali, legislative e sui titoli posseduti, si rischia di immettere nel mondo lavorativo colleghi con importanti carenze.

Non sappiamo quante risorse di personale si potranno introdurre. Sappiamo certamente che per il nostro mandato istituzionale non possiamo essere certi che si possa garantire l’erogazione di determinate prestazioni infermieristiche di elevata qualità.

Il timore è che per garantire un sistema si rischi di identificare pazienti di serie A e pazienti di sede B. La spinta improvvisa a questa decisione è certamente sviluppata dal sistema delle residenzialità ove le Cooperative sono in perenne ricerca di personale da inserire nelle loro organizzazioni.

Sarebbe inaccettabile pensare che per mantenere attivo un sistema si debba scegliere a chi destinare una risorsa ed a chi invece si possa garantire solo una parte di quanto è dovuto.

Su questo gli Ordini delle professioni infermieristiche del FVG vigileranno attentamente e sono alle prese con la stesura di un documento che faranno pervenire agli Organi regionali con delle serie e concrete proposte per poter garantire la sostenibilità del sistema salute della nostra Regione.

A breve vi forniremo quanto su esposto e presenteremo agli organi di stampa ed a tutti gli stakeholder coinvolti quelle che secondo noi potrebbero essere le scelte da affrontare nel breve e nel medio lungo termine, in tema di salute, nel rispetto dei cittadini e dei loro diritti