Assemblea straordinaria OPI Udine contrassegnata da una professione in preoccupante cambiamento

April 3, 2022 12:45

L’editoriale di questo mese vuole fare il punto della situazione, alla luce delle recenti contrapposizioni emerse durante l’assemblea Straordinaria ed Ordinaria dell’OPI di Udine dello scorso 28 marzo 2022.

 

E’ necessario, mai come ora, ripercorrere quanto accaduto durante l’incontro di lunedì scorso, non per cercare alibi, ma principalmente per informare tutti gli iscritti agli Albi presso l’OPI di Udine e tutti coloro i quali osservano e strumentalizzano con attenzione, gli avvenimenti che in queste settimane si manifestano nelle varie comunità infermieristiche provinciali e regionali.

 

L’analisi prende necessariamente forma dalle recenti note apparse sui social in merito alla mancata approvazione del bilancio dell’OPI di Udine. Facendo chiarezza nelle affermazioni postate, dobbiamo precisare che l’assemblea era divisa in due momenti. Il primo considerato come assemblea straordinaria, ha visto all’OdG la proposta di aumento della quota associativa. Il secondo, nella consueta assemblea ordinaria, aveva in programma l’approvazione del bilancio consuntivo del 2021.

 

Proprio per dare chiarezza alle varie affermazioni, va evidenziato che il bilancio di previsione non è nemmeno stato discusso, tanto meno votato. La sessione straordinaria si è conclusa non appena la votazione ha determinato la contrarietà da parte della maggioranza dei presenti all’aumento della quota annuale. Quindi prima di tutto le cose vanno affermate per quelle che sono e non a piacimento di chi le pubblica. Proprio per questo rigettiamo al mittente la posizione dell’ex Presidente OPI Trieste che strumentalizzando la situazione, ha utilizzato quanto successo all’assemblea OPI Udine per sollecitare la dissidenza nei confronti del CD dell’OPI di Trieste. Dissidenza poi basata sulla totale inadempienza all’obbligo vaccinale ed alla contrarietà nei confronti di chi è chiamato a certificare i bilanci tecnici. Se in passato questo collega ha avuto ruoli importanti sia per l’OPI di Trieste che per la Federazione, ora utilizza stratagemmi beceri per screditare non solo l’OPI di Trieste ma tutta la professione. Stiamo rasentando la follia.

 

Ma la disamina non può non tener conto dei contenuti emersi in sede di discussione. Devo essere sincero, proprio i contenuti espressi da alcuni dei presenti fanno comprendere come la nostra professione stia lentamente ed inesorabilmente scivolando verso un punto di non ritorno, dimostrando livelli di interlocuzione molto preoccupanti e che non possono essere considerati d’esempio, ma che verranno ricordati per molto tempo nella storia dell’infermieristica regionale.

 

Come Presidente di un Ordine professionale che è composto da oltre 4300 infermieri, mi sono sentito veramente a disagio nel sentirmi indirizzare idee e suggestioni letteralmente inaudite, strampalate e privi di puro senso logico.

 

La necessità di aumentare la quota annuale deriva da due principali argomenti.

L’aumento del contributo da inviare alla FNOPI che da quest’anno passa da 10 a 17€ per ogni iscritto e l’introduzione del DL 172/2021 convertito in L. 3/2022 che ha introdotto e definito le attività inerenti la valutazione, comunicazione e avvio delle procedure legate ai processi vaccinali del personale infermieristico e che ha inciso in modo determinante nella gestione amministrativa ed economica dell’Ente.

 

Questi due nuovi temi hanno causato uno scostamento nel bilancio di previsione già redatto verso la chiusura del 2021 e che abbiamo dovuto rimodulare in questi primi mesi del 2022 per presentarlo all’assemblea degli iscritti del 28 marzo scorso, principalmente basato sull’aumento della quota alla Federazione.

 

Dopo aver esposto le motivazioni suddette ai presenti e dichiarato l’impossibilità a rimediare in altro modo se non con la chiusura dei servizi per gli iscritti, la situazione è stata sostenute dai commercialisti dell’OPI, che tecnicamente hanno espresso garanzia nel rispetto delle norme in tema della tenuta del bilancio di un Ente pubblico di natura non economica, nel pieno rispetto delle normative vigenti. Dalla platea in risposta sono giunti preoccupanti spunti di riflessione.

  1. qualcuno, come Presidente di Ordine avrei dovuto manifestare un palese dissenso sia nei confronti della Federazione, non garantendo l’invio della maggiorazione delle quote, sia nei confronti delle istituzioni in quanto avrei dovuto garantire anche la tutela e le posizioni di tutti gli infermieri NO-VAX iscritti all’OPI di Udine. In buona sostanza essere contrari alle norme dello Stato italiano per sostenere chi è già nella piena inadempienza delle norme.

 

Rappresentare un Ente Pubblico di natura non economica sussidiario dello Stato e considerare le proposte suddette è inaudito, improponibile e lontano da ogni visione professionale. Non potrei mai disattendere le Leggi dello Stato e le norme previste dalla Federazione per garantire diritti insostenibili sia sotto il profilo giuridico che deontologico di chi ha deciso di non vaccinarsi. Ma forse il dissenso regna tranquillamente fra questi colleghi che probabilmente vivono la professione come strumento per sopravvivere non per esserne la linfa vitale e la spinta propulsiva al reale cambiamento. Siamo molto bravi a criticare il lavoro altrui ma di certo non siamo capaci di essere presenti e concreti nei veri momenti che contano, non solo per noi stessi ma per tutta la famiglia professionale che ci circonda.

 

La mancata approvazione dell’aumento della quota, ha generato una serie di conseguenze sia sul piano ordinistico sia per l’immagine professionale che esprimiamo verso il cittadino.

Sul piano amministrativo questo ha causato un blocco nella gestione ordinaria dell’Ente. La gestione economica è entrata in regime straordinario avendo margini ridottissimi di applicazione e suddivisa in mensilità con specifici livelli minimi di spesa.

Sul piano dell’immagine professionale, si è dimostrata l’ormai nota disunione sulla mancata crescita della categoria e la fragilità di un gruppo che non ha mai saputo costruire una vera innovazione, rischiando bensì di arretrare paurosamente nel tempo ormai trascorso.

 

E gli effetti si sono prontamente visti. In questi giorni abbiamo in scadenza diversi pagamenti per forniture di servizi già contabilizzati ed il saldo dei lavori di rifacimento della copertura della nuova sede dell’OPI di Udine, che ora dovrà vedere quale tipologia di azioni porre in atto. E questo è solo l’inizio. L’inizio di possibili contrattempi causati da chi non ha saputo ascoltare, valutare, ragionare e non ha saputo prevedere quali ricadute ci sarebbero state nello scegliere un NO A PRESCINDERE.

Vorrei chiedere alla collega che ha proposto di non pagare la bolletta dell’ENEL, che si metterà un maglione in più per non sentire freddo; se è al corrente che con il suo NO A PRESCINDERE non potremmo saldare dei lavori per qualche decina di migliaia di euro?

Forse l’impresario per pagare i suoi debiti dovrà comprarsi un ombrello nuovo sotto cui proteggersi da tutto quanto gli ricadrà addosso? o la nostra collega ha qualche altra bella trovata illuminata da consigliare?

 

Proprio ieri un gruppo infermieristico della nostra provincia ci ha contattato per chiedere l’aiuto nell’acquisto di un prodotto. Fino a qualche settimana fa sarebbe stato tranquillamente concesso da parte dell’OPI di Udine come aiuto e sostegno alla professione. Ora non è possibile in quanto non abbiamo più tale opportunità. Non sappiamo nemmeno se potremo erogare i contributi ai colleghi che hanno chiesto un rimborso per i corsi ECM dei mesi scorsi, tanto per fare dei semplici esempi gestionali. Ecco che quindi le decisioni e le scelte fatte hanno ed avranno importanti ricadute anche sui singoli professionisti.

Di questo passo non so proprio dove andremo a finire.

 

Posso comprendere tutto, ma come persone e come professionisti dobbiamo essere consci delle scelte che facciamo e soprattutto dobbiamo essere in grado di metterci la faccia. Cosa peraltro prontamente disattesa dalla gran parte dei votanti che appena raggiunto l’obiettivo hanno lasciato l’assemblea senza nemmeno ascoltare i contenuti più importanti vissuti nel corso del 2021. Ascoltando il consuntivo e le relazioni sulle attività svolte si sarebbe preso atto di quanto posto in essere dall’OPI di Udine. Sugli sforzi fatti dal CD dell’OPI di Udine, per migliorare una professione e tutte le proposte avanzate sia alla politica che alla popolazione per far diventare l’infermiere il punto di riferimento all’interno della collettività.

Ma come detto non ci sarebbero stati contenuti validi sulla base di un NO A PRESCINDERE.

Nonostante tutto questo la seconda parte dell’assemblea ha visto l’approvazione del bilancio consuntivo del 2021 senza nessuna ulteriore criticità, visto che ormai la dissidenza era sbiadita all’improvviso.

 

Per quanto mi riguarda questo non deve essere considerato solo un punto critico ed uno dei più tristi aspetti negativi della nostra professione regionale. Anzi deve essere una vera leva per approfondire i temi ed analizzare le criticità evidenziate dalla professione in questo particolare periodo storico della società e del Mondo.

Potrebbe essere il giusto momento per comprendere che gli infermieri hanno bisogno di innovarsi ed anche di ritrovarsi. Ha bisogno di nuovi contenuti per riavviare l’entusiasmo perso in questi anni, per ridare slancio e motivazione all’infermieristica. Ma soprattutto hanno bisogno di compattarsi!!!

 

Ringrazio particolarmente l’amico Dino per le importanti parole spese a favore della professione e toccando momenti storici che l’hanno da sempre rappresentata. Ha ragione dicendo che mai come ora tutti i colleghi devono porsi il quesito se è meglio FARE L’INFERMIERE O ESSERE INFERMIERE.

Io la domanda me la sono posta e la risposta è che ESSERE INFERMIERE sarà più faticoso ma sicuramente più ricco di soddisfazioni.

 

Temi cari a tutti noi. Potremmo concretizzare con delle suggestioni partecipando alla call che la FNOPI ha voluto attuare con l’introduzione degli STATI GENERALI DELLA PROFESSIONE che potrete seguire e contribuire collegandovi al seguente link: http://statigenerali.fnopi.it/

Non perdiamo questa importante occasione per riflettere e proporre contenuti nuovi di cui tutti ne abbiamo bisogno.

 

Concludendo, ritengo che se se il mandato professionale di un infermiere è la presa in carico dei problemi di salute delle persone, allo stesso modo ritengo che il mandato dell’ORDINE CHE LI RAPPRESENTA debba essere quello di farsi carico dei problemi dei suoi iscritti, concretizzando le idee, rafforzando le strategie ed aumentando l’impegno nella ricerca delle soluzioni idonee ai problemi evidenziati, per il bene della categoria professionale e per il bene del cittadino a cui ci rivolgiamo.

 

IL Presidente OPI Udine

Dr. Stefano Giglio